Ormai è una tradizione consolidata: all’E3 di Los Angeles sia Konami che Electronic Arts propongono al pubblico di tifosi le rispettive formazioni che verranno schierate sul rettangolo verde durante prossima stagione calcistica virtuale. Dopo avervi raccontato della nostra prova di FIFA 20, che introduce succulente novità dal punto di vista contenutistico, oggi tocca all’ennesima edizione di Pro Evolution Soccer mettere in mostra i risultati dell’allenamento effettuato dal team di sviluppo. Ci avviciniamo ormai al tramonto di una generazione, e pertanto giunge anche il momento di rifinire, senza stravolgere, le regole del gioco: in tal senso PES 2020 viaggia su un percorso di auto miglioramento che di capitolo in capitolo pare coinvolgere tutti gli aspetti della produzione, dal gameplay alla grafica, passando per le modalità online ed offline. Questa volta, Konami ha intenzione inoltre di concentrarsi con forza sulla dimensione eSport del suo simulatore, dando nuova linfa alla fiamma competitiva che arde negli animi dei pro player, come evidenziato anche dalla nuova dicitura “eFootball” che, da quest’anno in poi, accompagnerà il titolo ufficiale. Da bravi osservatori e talent scout, ci siamo seduti sugli spalti ascoltando tutte le promesse dello studio, ed in seguito siamo scesi in campo in prima persona per mettere alla prova l’ultima incarnazione del calcistico giapponese.

Calcio da vedere

Il primo aspetto della presentazione su cui il team ha scelto di focalizzarsi è stata la completa riscrittura del design dei menù, ripensato per svecchiare prepotentemente lo stile del layout. Sembrano rivisitazioni di poco conto, nonché piuttosto secondarie, ma in un percorso di reinvenzione integrale del brand, che passa anche dal nome, è inevitabile ripensare anche alla struttura delle schermate di gioco.

In aggiunta, sempre per rimanere in ambito dei perfezionamenti marginali, troviamo anche un’inedita angolazione della telecamera durante le partite, dotata di un tocco più televisivo e sempre più immersivo. Qualche piccolo upgrade è percepibile anche sul versante squisitamente grafico, con una modellazione maggiormente accurata ed un livello di dettaglio complessivo decisamente elevato. Data la mole ridotta di squadre a disposizione, non possiamo purtroppo valutare il lavoro svolto sui giocatori minori, anche se siamo pronti a scommettere che, come nelle precedenti edizioni, il divario qualitativo tra gli atleti premium e quelli standard sarà abissale.

Calcio da organizzare

Nella lista delle novità di eFootball PES 2020 campeggia a caratteri cubitali anche la Master League Remastered, una revisione della storica modalità che necessitava assolutamente di una sostanziale rielaborazione. Disgraziatamente le nostre conoscenze non vanno oltre: Konami non si è sbilanciata nel fornire sufficienti dettagli inediti sulla nuova Master League, limitandosi a ribadire come PES 2020 intenda dare la giusta importanza anche alla componente per singolo giocatore.

Ci saranno quindi sistemi di dialogo aggiornati, scene di intermezzo più elaborate, scelte multiple e trasferimenti più realistici: è chiaro che, ora come ora, dovremo basarci interamente sulla fiducia, dal momento che non ci è stato dato modo di sperimentare la veridicità delle promesse di Konami. Oltre alla rinnovata partnership, ribadita a chiare lettere, con il Barcellona, non mancheranno le ormai iconiche Leggende del calcio che fu, tra cui Totti e Beckham, senza contare i “manager leggendari” come Maradona che ci seguiranno passo dopo passo nella nostra carriera di aspirante superstar. Nella speranza che simili introduzioni non siano solo dei semplici specchietti per le allodole, e che sul piano concreto le innovazioni si riescano a percepire con convinzione, Konami ci ha dato appuntamento all’arrivo dell’estate per rivelare ulteriori particolari sul suo calcistico, a cominciare dal numero di squadre fino ad arrivare alle licenze, passando per tutte le altre opzioni che comporranno l’offerta in singolo ed in multiplayer.

A chiosa, l’azienda nipponica ha annunciato l’avvento di una modalità completamente inedita, chiamata Giorno di Gara (Match Day) nella quale all’inizio di ciascun evento gli utenti saranno chiamati a scegliere una fazione: dopo aver segnato gol o completato un buon numero di passaggi, otterremo punti con i quali donare un vantaggio alla nostra squadra in vista del grande evento finale, in cui verranno valutati i giocatori che hanno contribuito maggiormente alla causa, con prestazioni in campo superiori a quelle degli altri.

Per spiegare la modalità Match Day dobbiamo purtroppo affidarci pedissequamente alle istruzioni di Konami, poiché – ancora una volta – non ci è stato mostrato il suo funzionamento in modo diretto. È evidente, in ogni caso, che Giorno di Gara fa leva su uno spirito competitivo che di edizione in edizione sembra impossessarsi dello sportivo nipponico.

Calcio da giocare

Al termine delle spiegazioni di routine, arriva il momento di scendere in campo e saggiare con mano il gameplay di PES 2020: vi anticipiamo fin da subito che, com’era prevedibile, una breve demo ed un paio di partite non bastano per permetterci di appurare l’impatto delle feature aggiuntive elencate da Konami. Come sempre, anche in questo episodio la fisica della palla ha subito sulla carta un valido upgrade: se nell’insieme le impressioni non si discostano molto da quelle degli scorsi capitoli, ammettiamo di buon grado che nelle partite sotto la pioggia la sfera reagisce con un piacevolissimo grado di verosimiglianza.

A questo si aggiunge anche una versione potenziata del First Touch Impact, che sembrerebbe capace di offrire interazioni piuttosto innovative, tra cui la facoltà di correre dietro la palla in arrivo anche senza entrare in contatto col pallone. Più palesi sono le nuove tecniche di dribbling, realizzate persino con la supervisione di un campione come Iniesta, capaci di mettere in luce nuovi set di animazioni. Le movenze più fluide dei giocatori si notano anche nel corso delle finte con cui ingannare gli avversari, prima simulando un tiro e poi mettendo a segno un passaggio. L’ultima caratteristica degna di nota è quella che riguarda l’abilità Inspire: si tratta di talenti individuali appartenenti agli atleti più abili che non soltanto influenzano l’azione nel corso della partita, ma anche il comportamento degli altri calciatori. Se ad esempio un giocatore risulta particolarmente abile con i dribbling, i compagni cercheranno di garantirgli un ampio spazio in cui agire; mentre se è talentuoso con i passaggi filtranti, i calciatori proveranno a muoversi in profondità. Idealmente, parliamo di un’aggiunta davvero interessante, che però andrà verificata dopo differenti sperimentazioni. Attualmente, purtroppo, i dettagli su eFootball PES 2020 terminano qui: dal canto nostro, da ora all’uscita sugli scaffali il prossimo 10 settembre, non perderemo ogni occasione utile per allacciare gli scarpini e tornare a giocare in compagnia dell’opera Konami.

SOURCEEveryeye
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